Gaetana Stimoli

Il caso di Gaetana Stimoli: la storia di una infanticida che ha sconvolto Adernò

Adernò, 12 ottobre 1895 – Nel piccolo paese di Adernò, situato nei pressi di Catania, una terribile serie di eventi scuote la comunità: Gaetana Stimoli viene arrestata per una serie di omicidi di bambini, portando alla luce una storia di dolore, vendetta e superstizione.

La storia di Gaetana Stimoli

Era il 12 ottobre del 1895 quando il paese di Adernò, che dista pochi chilometri da Catania, venne sconvolto dall’arresto di Gaetana Stimoli.

La storia poco conosciuta di Gaetana Stimoli ebbe origine proprio in questo contesto, alla quale fecero da contorno un matrimonio felice seguito da un tragico evento: la nascita di due bambini morti prematuramente a causa di una pestilenza.

Gaetana, prima che diventasse una terribile infanticida, era una donna piena di dolore e rabbia per aver perso i suoi bambini a causa, secondo lei, di una maledizione commissionata dalla famiglia della sorella a un potente stregone.

Queste morti sconvolsero a tal punto la donna da suscitare in lei una rabbia demoniaca che la spinse a vendicarsi per quel torto subito con chiunque di sua conoscenza avesse avuto figli.

Il paese diventò così il macabro scenario di una serie di brutali uccisioni di bambini e superstizioni tipiche delle credenze popolari di un’epoca in cui la medicina tradizionale era un lusso per pochi e spesso veniva sostituita con la stregoneria e dalle pratiche antiche tramandate di generazione in generazione.

Il suo obiettivo era chiaro: voleva portare via a tutte le madri del paese i loro bambini, tutti dovevano provare la stessa rabbia e lo stesso viscerale dolore che provava lei.

Davanti a lutti così orribili come la perdita dei figli molto piccoli, dopo la fase della rabbia si attraversa la fase del dolore, un dolore profondo, radicato, che non lascia quasi respirare: un dolore difficile de affrontare e a cui non sempre si sopravvive.

Allora Gaetana Stimoli, iniziò a uccidere, per non arrivare a quel dolore, per scaricarlo su altri, restando nel limbo della rabbia vendicativa che le diede la spinta per diventare una tra le serial killer italiane più efferate.

Le morti inspiegabili

È così che iniziò una lunga serie di morti apparentemente inspiegabili di bambini di età compresa tra i 4 e 6 anni di età che giocavano per le strade del paese e si fidavano di qualche compaesano che voleva offrirgli la merenda, o magari qualche dolce.

Gaetana Stimoli iniziò così il suo perverso gioco: offriva dei dolci al piccolo malcapitato, lo rimpinzava di modo che al bambino venisse una gran sete, abbastanza da finire un bicchierone di latte. La donna però, offriva una bevanda il cui colore e consistenza erano gli stessi del latte ma il sapore e gli effetti erano ben altri.

A Adernò iniziarono così a sparire in modo misterioso bambini, altri invece venivano colpiti improvvisamente da atroci dolori e vomito fortissimo. I decessi, a causa dell’ignoranza popolare dilagante che faceva ritenere inutile chiamare un medico, vennero imputati a cause naturali e improvvise nei confronti delle quali nulla si poteva poiché, anche il medico stesso, nelle rare volte che interveniva, a causa della scarsa preparazione, riteneva che a colpire i bambini fosse una misteriosa e incurabile epidemia che uccideva esclusivamente i piccoli del paese.

Davanti a una risposta di questo tipo, la superstizione ebbe la meglio. Fu così che cominciò a girare la voce che una strega malvagia e molto potente rapisse le anime dei bambini di Adernò.

Per un po’ di tempo, troppo per tutte queste morti, nessuno sospettò che Gaetana Stimoli fosse un infanticida.

In questo modo come si credeva fosse la magia a uccidere i piccoli del paese, la comunità si rivolse alla magia per provare a risolvere il problema.

Naturalmente non si ottenne nessun risultato: i bambini continuavano a sparire e quelli che non sparivano, morivano tra atroci sofferenze tra le braccia dei genitori disperati.

Gli omicidi proseguirono finché, come in tutti i casi, la killer non commise un errore, forse inaspettato, dopo tutti quegli delitti andati a buon fine.

L’errore di Gaetana Stimoli

Al malcapitato di turno diede una dose di veleno minore del solito, non abbastanza da ucciderlo ma sufficiente a intossicarlo: il piccolo tornò a casa in preda ad atroci dolori ma non morì.

Un caso, che permise di scoprire la verità. Il medico che visitò il bambino stabilì che la causa del malore era dovuto ad avvelenamento tramite la somministrazione di una pianta dalla quale veniva estratto un succo dal colore e dalla densità del latte, con forti proprietà tossiche; precisamente dall’euforbia di Bivona una pianta autoctona della Sicilia.

In seguito alle indagini avviate dall’autorità giudiziaria, al confronto dei sintomi del sopravvissuto con quelli dei bambini deceduti e grazie all’interrogatorio del piccolo, si arrivò al colpevole.

Il bambino raccontò che Gaetana Stimoli lo aveva prima attirato in casa con la promessa di regalargli dei dolci e poi la donna gli aveva offerto una bevanda.

L’arresto di Gaetana Stimoli

Subito gli agenti si recarono presso la sua abitazione e arrestarono lei e il marito.

Non fu facile portare Gaetana Stimoli a Catania in prigione per essere interrogata: mentre la allontanavano dalla sua abitazione la folla inferocita tentò di linciarla.

La comunità di Adernò la voleva morta. I gendarmi furono costretti a trasferirla nel carcere di Catania di nascosto, nella notte, per evitare la terribile vendetta dei compaesani.

Davanti al giudice la donna provò a negare, per poi confessare ogni omicidio per un totale di 23 assassinii. Inizialmente l’accusa credette che Gaetana Stimoli fosse inferma di mente e pertanto non processabile.

Vennero poi eseguite delle perizie psichiatriche da dove risultò che la donna non era affatto malata di mente, anzi, era perfettamente capace di intendere e di volere.

Di ciò che aveva fatto ne parlava con un fare sadico. Durante gli interrogatori le chiesero più volte dove fossero i corpi dei bambini scomparsi, lei indicò le posizioni di solo 10 corpi, degli altri 13 non fu trovata traccia.

Insieme a lei e il marito vennero arrestate altre sette persone, presunti complici e stregoni.

Gaetana Stimoli fu condannata a 30 anni di carcere, dove morì. Non mostrò mai segni di rimorso per ciò che aveva fatto, non si pentì mai.

 

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