Shanda Sharer

L’omicidio di Shanda Sharer: una tragica storia di bullismo e violenza

Madison, Indiana, 1992 – In una fredda notte di gennaio, la piccola città di Madison, Indiana, diventa teatro di un crimine brutale e scioccante da lasciare un’impronta indelebile nella memoria collettiva. L’omicidio di Shanda Sharer, una ragazza di soli 12 anni, ad opera di quattro adolescenti, rivela una storia inquietante di gelosia, bullismo e violenza estrema tra giovani.

La storia di Shanda Sharer

L’11 gennaio 1992 Shanda Renee Sharer, una ragazzina americana di 12 anni, fu torturata e bruciata viva a Madison, nell’ Indiana. L’episodio attirò l’attenzione dei media nazionali e internazionali, sia per la brutalità dell’omicidio sia per la giovane età delle quattro assassine, che avevano un età compresa tra i 15 e i 17 anni.

Shanda Sharer era nata a Pineville, in Kentucky, il 6 giugno 1979 e vi restò finché i genitori non si separarono. Dopo il divorzio sua madre Jacquelin si risposò e Shanda, con la nuova Famiglia, si trasferì a Louisville, dove frequentò la quinta e la sesta elementare alla St. Paul School.

Nel giugno del 1991, Jacquelin divorziò una seconda volta. La ragazzina, allora undicenne, si trasferì con la madre a New Albany, nell’Indiana, dove si iscrisse alla Hazelwood Middle School.

All’inizio del semestre autunnale, conobbe Amanda Hearvin. Le due diventarono amiche, arrivando, addirittura, a scambiarsi lettere romantiche, che fecero ingelosire Melinda Loveless, precedente amica intima di Amanda ed estremamente gelosa di quella nuova arrivata.

La rottura tra Melinda e Amanda coincise proprio con la nascita dell’amicizia tra quest’ultima e Shanda Sharer; questo tempismo suggerì alla Loveless che Amanda aveva intenzione di iniziare una nuova relazione.

Con il passare del tempo, Melinda divenne ossessionata dall’idea che quella ragazzina le avesse rubato la “fidanzata” e iniziò a parlare apertamente della volontà di ucciderla.

I suoi discorsi e le minacce si intensificarono quando le due ragazze, nell’ottobre del 1991, parteciparono a un ballo scolastico, dove vennero affrontate rabbiosamente.

Nell’inverno del 1991, la madre di Shanda Sharer, si rese conto che Amanda aveva una cattiva influenza su sua figlia e la trasferì nella scuola cattolica “Nostra Signora del Perpetuo Soccorso”.

Nonostante il fatto che Shanda Sharer non frequentasse più la stessa scuola di Amanda Heavrin, la gelosia di Melinda continuò a peggiorare.

Non è mai stato chiaro se Melinda sapesse che le due si erano allontanate durante l’inverno, ma quello che si sapeva era che nel gennaio del 1992 la ragazza aveva già un piano per vendicarsi.

Il rapimento e le torture a Shanda Sharer

La notte del 10 gennaio 1992, insieme a tre amiche: Toni Lawrence (15 anni), Hope Rippey (15 anni) e Laurie Tackelt (17 anni) si recò dove Shanda stava trascorrendo il fine settimana con suo padre.

Giunte a destinazione, Melinda, Melinda, ordinò a Hope e Toni di andare alla porta e presentarsi come amiche di Amanda, riferendole che la sua amica voleva vederla e la stava aspettando nel cosiddetto “Castello della Strega”, una residenza di pietra, in rovina, sul fiume Ohio.

Shanda Sharer disse alle ragazze di passare a prenderla dopo mezzanotte, quando il padre sarebbe andato a dormire. E cosi fecero.

Shanda era pronta quando tornarono. Dopo essere sgattaiolata di casa allegramente, si era unita a loro salendo in macchina. Sul sedile posteriore c’era Melinda, nascosta sotto una coperta con un coltello che aveva portato da casa per “spaventarla”.

Mentre il gruppetto si dirigeva verso Utica, la Loveless, improvvisamente, uscì del suo nascondiglio mettendo il coltello al collo della ragazzina, che spaventata la pregò di riportarla a casa.

La macchina proseguì la sua corsa in muto silenzio verso il “Castello della strega”. Una volta arrivate la fecero scendere e la legarono con una corda. Infastidite della frequenza con cui le auto passavano davanti a quel punto di ritrovo, decisero di spostarsi vicino alla casa di Laurie, a Medison, nell’ Indiana, dove si fermarono nei pressi di una discarica, circondata da un fitto bosco.

Toni e Hope, preferirono rimanere in macchina, mentre le altre due trascinarono Shanda Sharer giù dalla macchina, la fecero spogliare e le picchiarono selvaggiamente, provocandole diverse lesioni.

Poiché la ragazza si divincolava, per tenerla ferma, fecero scendere Hope, mentre la Loveless, sempre più assetata di vendetta, si alternava con la Laurie nel pugnalarla al petto. Non soddisfatte la strangolarono con una corda fino farle perdere conoscenza.

Messo il corpo nel bagagliaio dell’auto si diressero verso la casa della Tackelt per ripulirsi. Ma Shanda non era morta, perché dal bagagliaio si udirono le sue urla. Laurie, non ci pensò due volte: prese un coltello da cucina e la pugnalò diverse volte. Poi insieme a Melinda salirono in macchina recarsi nelle vicine città di Canaan.

Lungo il tragitto, Shanda riprese a gridare, la Tackelt fermò l’auto e per farla tacere la colpì ripetutamente con una chiave per pneumatici.

Le due tornarono a casa poco prima dell’alba, poi tutte e quattro andarono in una stazione di servizio per fare il pieno e per riempire una bottiglia da due litri di benzina.

La loro meta era Lemon Road sulla US Route 421.

Toni rimase in macchina, mentre Laurie e Hope avvolsero Shanda, ancora viva, in una coperta e la portarono in un campo, vicino alla strada sterrata, dove, dopo averla cosparsa di benzina, le diedero fuoco. Non convinta dell’effettiva morte della ragazzina, Melinda, si fece riportare sul posto per versarle addosso il resto della benzina.

Alle 9,30 il quartetto andò in un Mac Donald per fare colazione.

Il ritrovamento di Shanda Sharer

Più o meno alla stessa ora, due fratelli che stavano andando a caccia notarono un corpo sul ciglio della strada e chiamarono la polizia. Inizialmente si sospettò che fosse un affare di droga andato storto, non ritenendo che il crimine fosse stato commesso de qualcuno del posto.

Quello stesso giorno Steven, il padre di Shanda Sharer, si accorse della scomparsa della figlia. Dopo aver contattato inutilmente amici e vicini, chiamò l’ex moglie e insieme presentarono la denuncia di scomparsa.

L’arresto

La sera, intorno alle 20:00, Toni e Hope, stravolte, arrivarono all’ufficio dello sceriffo, delle Contea di Jefferson, accompagnate dai loro genitori. Entrambe rilasciarono delle dichiarazioni sconvolgenti: confessarono di aver partecipato all’uccisione di Shanda Sharer, facendo il nome delle altre due ragazze coinvolte e descrivendo quello che ere accaduto to notte precedente.

Fu contattato lo sceriffo della Contea di Clark e finalmente riuscì ad abbinare il corpo rinvenuto alla denuncia di scomparsa fatta dai genitori della ragazzina.

Gli investigatori furono in grado di identificare Shanda Sharer come vittima di quel brutale omicidio grazie all’analisi delle impronte dentali.

La maggior parte delle prove per il mandato di cattura erano le dichiarazioni rilasciate da Toni e da Hope.

Il giorno dopo tutte e quattro le ragazze erano in custodia.

Le assassine avevano tutte un passato problematico, con alle spalle abusi fisici e sessuali da parte di un genitore o di altri adulti.

Melinda, spesso descritta come colei che aveva organizzato l’omicidio, era quella che aveva subito il maggior numero di abusi e ad aver problemi di salute mentale.

Il processo e le condanne

In preparazione alla condanna, gli avvocati della difesa spesero considerevoli sforzi per mettere insieme argomenti su circostanze attenuanti per alcune di queste ragazze, sostenendo che questi fatti ne avrebbero dovuto ridurre la colpevolezza.

Nonostante gli sforzi degli avvocati e nonostante fossero tutte minorenni, le quattro ragazze furono processate da adulte.

Il 22 aprile 1992, accettarono il patteggiamento per evitare la pena di morte.

Durante il processo furono i dettagli della ferocia con cui uccisero Shanda Sharer, tutti emersi in seguito alla testimonianza di una delle ragazze, a inorridire così tanto il pubblico.

Toni Lawrence ricevette la condanna più leggera: 20 anni di reclusione. Fu rilasciata nel 2000 dopo aver scontato 9 anni. Per due anni rimase in libertà vigilata.

Hope Rippey, Melinda Loveless e Leurie Tackett furono condannate a 60 anni,

La Hope con 10 anni di abbuono. In appello la sua condanna venne ridotta a 35 anni. Nel 2006 fu rilasciata e rimase 5 anni in libertà vigilata.

Nel 2018 Melinda Loveless, quasi 26 anni dopo il brutale omicidio di Shanda, venne rilasciata e rimase 1 anno in libertà vigilata.

Laurie Tackett venne rilasciata nel 2019, anche per lei ci fu la libertà vigilata.

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